Viale Ceccarini, uno dei simboli di Riccione

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Viale Ceccarini è il punto di riferimento per eccellenza di Riccione, la strada principale che attraversa la città da nord a sud permettendo di raggiungere il mare direttamente dalla stazione dei treni. Un tempo lo si considerava una viola, cioè una via di piccole dimensioni: insomma, ne è passato di tempo da quando si trattava semplicemente di un modesto sentiero che garantiva il collegamento tra il mare e il vecchio borgo, cioè quello che oggi è Riccione Paese.

Quando Viale Ceccarini è diventato Viale Ceccarini

Viale Ceccarini si chiama così da poco più di un secolo: risale all'11 ottobre del 1912, infatti, la decisione del Comune di Rimini, di cui faceva parte a quei tempi la borgata Riccione, di intitolare la vita a Maria Ceccarini, la storica benefattrice che ha contribuito in modo decisivo alla crescita e allo sviluppo di quella che è diventata la Perla Verde del Mare Adriatico. Ancora nei primi lustri del XIX secolo, in ogni caso, si trattava di una strada di scarsa importanza: solo nel 1925 venne ingrandita e munita di marciapiedi, mentre l'anno successivo ci si dedicò alla realizzazione delle fognature; sempre nello stesso periodo si provvide alla massicciata, che aveva lo scopo di rimuovere la polvere da strada bianca. Nel frattempo, si prestava sempre più attenzione anche all'aspetto estetico, con la piantumazione dei primi pini: alcuni di essi sono presenti ancora oggi.

Le ville, gli alberghi, i teatri

Nel frattempo, anche gli edifici ai lati del viale si moltiplicavano: i primi villini in realtà erano già sorti negli ultimi anni del XIX secolo, in seguito al processo di urbanizzazione che aveva coinvolto la parte meridionale, e nel giro di breve tempo avevano fatto capolino anche i primi ristoranti, i primi hotel e i primi esercizi commerciali. Il primo albergo, in particolare, venne inaugurato nel 1901: si trattava dell'Hotel Amati. Nel 1926, poi, vide la luce, all'incrocio con Viale Dante, il Teatro Dante: una struttura destinata a diventare storica, pur avendo vita breve, visto che già negli anni '50 esso venne demolito, dopo aver rappresentato per diverso tempo un luogo simbolo dell'intrattenimento e del divertimento cittadino. Intanto, nel 1939 aveva aperto il Teatro degli Ottomila a monte della ferrovia: anche in questo caso un importante centro culturale, un'arena di grandi dimensioni destinata agli spettacoli lirici. La nascita di altri locali per il divertimento, di caffè e di negozi fu una diretta conseguenza di uno sviluppo che pareva inarrestabile.

La storia di viale Ceccarini e quella della città

Non è difficile immaginare che la storia della città è andata sempre di pari passo con quella del viale: cresceva una e cresceva l'altro, si ampliava una e si ampliava l'altro. Mentre Riccione diventava una meta turistica di rilevanza nazionale, insomma, Viale Ceccarini si trasformava in un salotto urbano conosciuto in tutta Italia, un centro che era al tempo stesso cuore pulsante e luogo in cui si incrociavano le tendenze. Anche Benito Mussolini ebbe modo di mostrarsi mentre passeggiava da queste parti, anche perché possedeva qui una villa in cui trascorreva le vacanze estive insieme con la propria famiglia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, poi, fu la volta del turismo più elitario, fino a quando tra gli anni '60 e gli anni '70 si iniziò a considerare Viale Ceccarini niente meno che la Montenapoleone del Mare Adriatico. Una location di lusso, insomma, ma alla portata di tutti.

Gli ultimi anni

Proprio a partire dagli anni '70 l'amministrazione locale decise di rendere pedonale il viale: è anche questo il motivo per il quale ancora oggi è considerato il simbolo per eccellenza della città di Riccione. Non è un caso che qui siano presenti molte boutique dei marchi di alta moda, le donne amano fare shopping e passeggiare tra le vetrine di uno dei viali più trendy del mondo.

Oggi, all'altezza del numero civico 107, si può anche osservare la strada dedicata alla donna a cui il viale è intitolato: Maria Boorman Ceccarini, che contribuì alla costruzione dell'ospedale (a sua volta intitolato a lei) realizzato nel 1892. La benefattrice fu protagonista di numerose iniziative di carattere assistenziale e di natura sociale che garantirono effetti positivi a tutta Riccione e alla sua popolazione: è anche per questo motivo che le è stata dedicata quella statua, per altro inaugurata nel 2012, esattamente un secolo dopo l'intitolazione del viale.