Visita all’ospedale delle tartarughe di Riccione

ospedale delle tartarughe

Una visita all'ospedale delle tartarughe  è una tra le tante iniziative che una famiglia con bambini può concedersi nel corso di una vacanza a Riccione: il Centro di Recupero Cura e Riabilitazione delle Tartarughe marine è una struttura di riferimento per i turisti e non solo.

Quando e come visitarlo

L'ospedale delle tartarughe di  Riccione  può essere visitato tutti i giorni nei mesi estivi: in primavera e in inverno, invece, vi si può accedere unicamente su prenotazione. Volendo, è possibile anche adottare una delle tartarughe marine che sono ricoverate all'interno della struttura e che si stanno sottoponendo alla riabilitazione di cui hanno bisogno:  per i bambini, si tratta di un ottimo approccio al mondo della natura e di una soluzione ideale per capire l'importanza di rispettare l'ambiente da cui sono circondati.

L'ospedale delle tartarughe

Il  centro di recupero  di Riccione è uno dei più attivi e dei più importanti non solo sulla Riviera Adriatica, ma in tutta Italia: esso è riconosciuto dal 2010 come centro di coordinamento regionale delle Marche e dal 2012 come centro di coordinamento regionale dell'Emilia-Romagna, sulla base delle indicazioni fornite dal Piano di Azione Nazionale del Ministero dell'Ambiente. Dal 2002 a oggi sono state curate nella struttura più di 300 tartarughe marine, che dopo essere state rimesse in sesto sono state  restituite al mare; negli ultimi 8 anni, in particolare, si è assistito a un incremento più che significativo, e solo nel 2005 ci sono stati 61 rilasci. La Fondazione Cetacea gestisce l'ospedale delle tartarughe di Riccione dal 1994, ma si occupa anche delle tartarughe che vengono trovate già morte e spiaggiate, con l'obiettivo di ottenere informazioni a proposito dello stato di salute del Mare Adriatico. Non tutti lo sanno, infatti, ma le tartarughe costituiscono un prezioso e importante indicatore biologico rispetto alle condizioni delle acque.

Tutto ciò che serve per le tartarughe

L'ospedalizzazione delle tartarughe è garantita dalla presenza di un impianto di riscaldamento, UVB e filtraggio collegato a  due vasche da mille litri  e a un'altra vasca da 15mila litri per la riabilitazione. Inoltre, sono disponibili altre tre vasche munite di un impianto di riscaldamento e di filtraggio e una vasca smontabile, nell'ambito di una zona - a cui il pubblico, però, non può accedere - che comprende le vasche di quarantena.

I lieti eventi

I bambini e  le famiglie  che visitano l'ospedale delle tartarughe di Riccione hanno, tra l'altro, l'opportunità di conoscere in maniera dettagliata e ravvicinata non solo le attività svolte nella struttura, ma anche la sua storia: solo nel 2011, per esempio, grazie al centro di recupero sono state rimesse in mare più di 20 tartarughe che appartengono alla specie Caretta caretta. La  collaborazione delle istituzioni  è imprescindibile da questo punto di vista, con riferimento in particolare alla capitaneria di porto di Riccione, a quella di Ravenna, a quella di Cattolica, a quella di Numana, a quella di San Benedetto del Tronto e a quella di Pesaro. Volendo, è possibile anche parlare e dialogare con i  volontari della Fondazione Cetacea, per capire quali sono le difficoltà che affrontano e le motivazioni che li spingono a prestare la propria opera.

Il valore delle tartarughe marine

Per i più piccoli può essere davvero una piacevole esperienza quella che permette loro di entrare in contatto con il mondo delle  tartarughe marine, a maggior ragione se si prende in considerazione il fatto che si tratta di una specie a rischio di estinzione. Il recupero delle tartarughe che si spiaggiano non solo nelle vicinanze di Riccione, ma lungo tutta la costa emiliana, romagnola e marchigiana avviene con la collaborazione degli uffici del Corpo Forestale. Nel  Mar Mediterraneo  si trovano tre specie di tartarughe marine: in tutto il mondo ne sono conosciute solo quattro in più. La più diffusa è la  Caretta caretta, nota anche come tartaruga comune; più rari, invece, sono gli avvistamenti della  Chelonia mydas  e della  Dermochelys coriacea, vale a dire la tartaruga verde e la tartaruga liuto.